BIOGRAFIA

Sergio Zen è nato a Valdagno (Vicenza), nel 1936, dove risiede tuttora. Inizia a dipingere nel 1957 da autodidatta, iscrivendosi poi alla Libera Scuola d’Arti Figurative Marzotto a Valdagno.
Partecipa alla Triveneta di Bolzano nel 1961 dove consegue il primo premio con l’opera “Casa di campagna”. Dopo un breve inizio figurativo approda ad un astrattismo lirico, come sottolinea anche Maria Gabriella Savoia nel volume Trenta opere su carta di Sergio Zen del 2004: “… nei primi anni sessanta, spinto da un bisogno artistico inderogabile e da un forte impulso emotivo, conosciuti gli artisti Vedova e Santomaso, Afro, Pizzinato e Birolli , durante un periodo di intensa frequentazione dell’ambiente veneziano rinnova la sua pittura: si dedica all’astrattismo guardando al ‘gruppo degli otto’. Subisce il fascino dell’impatto violento che percezione del colore nell’opera di Pollock provoca. Con il tempo e la maturazione, in Zen la capacità introspettiva si approfondisce e si concretizza in opere che, dapprima materiche e terragne, con il tempo acquistano in levità e vivacità di colori”.

Compie frequenti viaggi a Venezia e Milano, durante i quali entra in contatto con varie personalità artistiche del momento. Fonda nel 1960 con i pittori Corrà e Disconzi la Galleria Impronta a Valdagno per stabilire un più ampio contatto con l’ambiente culturale contemporaneo, dove espongono diversi artisti quali De Luigi, Fontana, Music,Licata, Santomaso,Vedova e dove tiene la sua prima personale: Intanto si sposa con Luigina e nascono Andrea e Marco.
Nel 1968 espone nella Galleria L’Impronta a Valdagno e alla Galleria L’Incontro a Vicenza, vince il Primo Premio Città di Trissino mentre l’anno seguente tiene una personale alla Galleria Fontana a Venezia, partecipa alla mostra Omaggio a Venezia e alla XVIII Biennale Triveneta di Padova. Determinante è in questo periodo, l’incontro con Serge Poliakoff.
Durante gli anni settanta la sua pittura si dilata a creare una vibrazione rotatoria, impressa sulla tela mediante la continua apertura e chiusura di spazzi cromatici, volti all’esplorazione dell’infinito. E’ un periodo intenso con l’allestimento di numerose personali tra le quali: nel 1970 alla Galleria d’Arte Dante a Valdagno, nel 1972 alla Galleria Simpliciano a Milano, nel 1974 alla Galleria Il Vertice a Palermo e alla Galleria Ciruzzi a Padova, nel 1975 alla Galleria Triade a Torino, nel 1978 alla Galleria dell’Artista a Foggia. Frequente è anche in questo decennio la partecipazione a mostre e rassegne tra qui: al Premio Joan Mirò di Barcellona nel 1970, l’esposizione della Grafica Contemporanea al Museo Puskin di Mosca nel 1971, al Grand Prix d’Arts Plastique alla Gallerie Crozier a Lione nel 1973, alla I° Quadriennale Europea a Roma nel 1974, alla mostra Pittori vicentini alla Basilica Palladiana a Vicenza nel 1978. Dedica parecchio tempo a lavori su carta per definire con precisione il proprio lavoro, il puro discorso emotivo, che fa dell’io il luogo mitico del ricordo. Tiene una personale di tempere su carta presso la Galleria Artecoop di Vicenza nel 1973, espone nel Padiglione Italia assieme a : I. Barbarico, F. Francese, L. Latanzi, E. Vedova ,alla IV Biennale del Disegno Internazionale al Museo d’Arte Moderna di Rijeka nel 1976, realizza un’opera particolare Presenza in collina (cm. 160 X 735 ), che viene esposta nella personale su invito del Comune di Granada alla Caja Provincial nel 1979. Viene girato in questo periodo il documentario Sergio Zen – Vicolo Valle della durata di ventisei minuti, che riprende tutta l’operazione della formazione di una sua opera e che viene proiettato in numerose scuole.
All’inizio degli anni Ottanta Zen fa largo uso del collage utilizzando una materia velare, materia intenzionalmente aggrinzita. Una linea coerente di comportamento e ben visibile da un dipinto all’altro dal momento che le opere rispondono ad un rigoroso procedimento compositivo ed espressivo. Verso la fine del decennio il collage cessa di essere il protagonista della sua pittura: è sempre il colore il vero soggetto del fare artistico di Zen che in questi anni è ulteriormente acceso e trova così nella sua purezza una musicalità intensa mentre lo declina come l’equivalente di quel mondo di sensazioni che lo pervadono e che egli vuole restituire intatto e incandescente, come materia viva e pulsante.
E’ del 1982 la personale alla Galleria Dello Scudo di Verona, del 1983 quella alla Galleria Ariele a Vicenza mentre nel 1987 viene presentata un’antologica datata 1957 / 1987 presso i saloni di Villa Valle Marzotto a Valdagno. Esce per l’occasione un’interessante volume dal titolo Sergio Zen – Sogno di una cosa con testo di Salvatore Fazia. Segue la personale Sergio Zen – Dipinti e carte – 1961/1992 con la presentazione in volume di Giuliano Menato alla Galleria Sante Moretto, Cavazzale, Vicenza, personale alla Galleria Chàmi a Zurigo e alla mostra Spazialità cromatiche – Olivieri, Verna, Zen alla Villa Corniani, Carmignano di Brenta, Padova.
Per festeggiare i quaranta anni di attività tiene nel 1997 la personale Colore come Immagine nella Galleria Studio Marco Zen Arte Contemporanea di Valdagno con testo di Hsiao Chin, l’anno seguente esce nelle edizioni Campanotto di Udine, Sergio Zen – Nessun giorno è senza colori – Taccuini 1957 / 1997 mentre per le stesse edizioni viene pubblicato nel 1999 Sergio Zen – Carte Dipinte 1966/1999 con testo di Luca Baldin. E’ invece delle Edizioni Svet di Treviso il volume Sergio Zen – Il colore come emozione e riflessione – Opere 1997/2000 con testo di Giovanni Maria Accame.
E’ invitato con una personale nella Galleria Civica S. Giacomo di Vicenza e alla Galerie Alten Rathaus di Prien am Chiemsee, Germania.
Nel 2001 su invito di Giorgio Di Genova partecipa alla mostra Generazioni Anni Trenta al Museo d’Arte delle Generazioni Italiane del ‘900 G. Bargellini, Pieve di Cento (Bo). Nel 2002 personale nella Galleria Artistudio di Milano, nel 2003 alla Galleria Studio Marco Zen Arte Contemporanea di Valdagno assieme a Valentino Vago nel 2006 la mostra personale Zen – Flussi e riflessi alla Galleria Civica d’Arte Moderna di Villa Valle, Valdagno (Vi) nel 2007 mostra personale nella Galleria Roggia Grande a Trento, nel 2008 alla mostra Venti per Venti alla Globart Gallery di Acqui Terme (Al). Nel frattempo escono, il volume monografico Sergio Zen – Vita a colori Edizione Galleria Studio Marco Zen, Valdagno (Vi) con testo di Luigi Lambertini, in seguito Sergio Zen – La pittura come pratica esistenziale- Carte dipinte 1957 – 2007,Edizioni Campanotto ,Udine testo di Alberto Dambruoso.
Giorgio Di Genova nella Storia dell’Arte Italiana del 900,Generazione anni Trenta afferma che per le opere di Zen più che di un neoinformale, è più giusto parlare di ultimi esiti di un informale avanzato e scrive: “ Anche Sergio Zen nell’ultimo trentennio del secolo ha proseguito sulla strada intrapresa negli anni Sessanta, quando aveva iniziato a tradurre nel lessico informale paesaggi e sensazioni stagionali (Estate 1970 )”.
In occasione della mostra Carte dipinte 1963/1970 tenutasi presso la Galleria Sante Moretto a Monticello Conte Otto (Vi) nel 1998 Luca Baldin dopo aver sottolineato come nel Veneto, o meglio nel Triveneto, l’informale abbia avuto una parte importante con fenomeni peculiari, come lo Spazialismo Veneziano e con protagonisti di primissimo piano, riferendosi alle carte realizzate dall’Artista tra il 1963 ed il 1970, osserva: “ La parentela di queste carte di Sergio Zen alla fonte d’ispirazione che certamente affonda nel cuore del fenomeno ‘informale’ del dopoguerra… appare assai stretta, al punto da conservare dire intatto il senso primo, la necessità dell’idea originaria e che si avverte appieno in una ruvidezza salutare e ben poco manierata”.
Nel 2010 viene invitato con una personale. Opere recenti 2000- 2010, nella Glob Art Gallery di Acqui Terme (AL) con testi in catalogo di Carla Chiara Frigo e Adolfo Francesco Carozzi.